Educare il pensiero alle emozioni

due cuscini con faccia sorridente
“La felicità e la sofferenza vengono dalla vostra stessa mente,
non dal mondo là fuori.
La vostra stessa mente è la causa della felicità,
la vostra stessa mente è la causa della sofferenza;
per conquistare la felicità e sedare la sofferenza dovete
lavorare dentro la vostra stessa mente.”

Lama Zopa Rinpoche

La felicità e la sofferenza sono due emozioni. L’emozione metaforicamente è un movimento dell’anima: la radice stessa della parola emozione è il verbo latino “moveo” (muovere) con l’aggiunta del suffisso “e” (movimento da), per indicare che in ogni emozione è implicita una tendenza ad agire.

Cosa sono le emozioni

Come dice Galimberti nel suo Dizionario di Psicologia l’emozione è una “reazione affettiva intensa con insorgenza acuta e di breve durata determinata da uno stimolo ambientale. La sua comparsa provoca una modificazione a livello somatico, vegetativo e psichico.”

In altre parole, con emozione indichiamo ciò che proviamo reagendo ad uno stimolo, anzi meglio al significato che attribuiamo allo stesso. L’emozione è un processo che ha un inizio, una durata e una fase di attenuazione; è accompagnato da modificazioni fisiologiche (accelerazione o rallentamento delle pulsazioni cardiache, diminuzione o incremento dell’attività di particolari ghiandole e della temperatura corporea), espressioni facciali e comportamenti abbastanza caratterizzati. La finalità più evidente delle emozioni è quella di stimolare una adeguata reazione comportamentale; è una sorta di piano d’azione del quale ci ha dotato l’evoluzione per gestire in tempo reale le improvvise emergenze della vita. Mi accorgo di un pericolo, provo paura, scappo, chiedo aiuto o mi difendo.

Le emozioni ci colorano la vita e ci permettono di esprimere i diversi aspetti della nostra personalità. Riconoscerle e viverle appieno significa condurre un’esistenza intensa e ricca.

Differenze tra emozioni e sentimenti

Il Sentimento implica un diverso grado di intensità e di intenzionalità maggiore rispetto le emozioni. Secondo il dizionario di psicologia Galimberti il sentimento è “risonanza affettiva meno intensa della passione più duratura dell’emozione, con cui il soggetto vive i propri stati soggettivi e gli aspetti del mondo esterno.” Quindi il sentimento è durevole e si riferisce anche al valore circa il Sé, la propria vita e i propri rapporti intimi.

Usando qualche metafora poetica:

L’emozione è come un pizzico che sfiora solo l’epidermide dell’animo, il sentimento un’incisione profonda che arriva fino al mezzo dell’anima stessa, e vi si radica, lasciando indelebile il segno del suo passaggio.

Potremmo identificare l’emozione con un bagliore violento sulle pupille, accecante e subitaneo, che suscita sensazioni forti.

Il sentimento invece è “amico del tempo”, è come un solco scavato nella roccia anche con piccolissime ma continue goccioline d’acqua che lentamente cadono, incidendo l’anima attraverso le lunghe stagioni della nostra vita.

L’emozione può durare lo spazio di un’ora, o di un mattino. Ma il sentimento non teme il tempo, poiché appunto appartiene alla storia e all’essenza di noi singoli uomini.

L’emozione bagna gli occhi, e inumidisce le guance, fuori dal viso. Il sentimento arriva invece denso nella gola, nascosto agli occhi degli intrusi.

La felicità

La felicità è provare ciò che esiste di bello nella vita. Non è una emozione oggettiva ma una capacità individuale, non è casuale ma è una capacità da scoprire ed imparare. Bisogna imparare ad essere felici. La felicità non è inseguire i sogni e le aspettative di domani, ma al contrario cercare di godere di quello che si ha oggi.

La sofferenza

La Sofferenza, è accettazione passiva delle circostanze e suggerisce la perdita della speranza. Spesso il termine viene usato come sinonimo di dolore, in realtà la sofferenza insorge quando il dolore viene negato o rimosso. Sperimentare il dolore, benché inizialmente spaventi, spesso porta sollievo e conduce a sentirsi vivi, conducendo l’individuo verso un cambiamento e una crescita personale.

Eccoci al punto secondo cui “la felicità e la sofferenza vengono dalla vostra stessa mente”, secondo la Terapia Comportamentale Razionale Emotiva, nella maggior parte dei casi il modo in cui ci sentiamo (emotivamente) e il modo in cui ci comportiamo sono la risultante di ciò che pensiamo.

Educare la mente

I comportamenti sono gestiti dai pensieri, posso lavorare sui comportamenti e sulle risposte emotive, ma se non arrivo al livello decisionale (pensiero-movente) non cambierò mai bene le mie reazioni.

Ecco perché è necessario educare la mente potenziandone quell’aspetto capace di favorire reazioni emotive equilibrate e funzionali, cioè cambiando qualcosa nel proprio dialogo interno, ossia nel modo in cui parliamo a noi stessi quando interpretiamo e valutiamo ciò che ci accade. Questo non vuol dire che non si proveranno più emozioni spiacevoli, ma anziché esserne sopraffatti potremo comprenderle e successivamente trasformarle.

Avere aspettative realistiche, cioè in linea con le proprie possibilità, ipotizzare uno stile di vita ove nulla o quasi è terribile, insuperabile ci permetterà di vivere meglio.

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