
Il Mal d’Africa esiste davvero e il mio papà me lo ha fatto respirare da quando sono nata.
Quanta malinconia nei suoi racconti, quanto desiderio nei suoi ricordi…
Ho toccato con mano, ho respirato, gustato e osservato l’Africa con la parte più potente di me,
mio figlio e mio padre.
Un senso di incompiutezza mi ha accompagna sempre..ma oggi dico grazie a Papà.
Ho imparato a vivere con questa sensazione, ne sono fiera, e dopo essermi sentita per troppo tempo sempre nel posto sbagliato, oggi ho capito che l’Africa la porto dentro e la posso trovare ovunque il mio sguardo riesca a mettersi in contatto con la mia anima.
Devo sintonizzarmi, ascoltarmi e ci sono.
Oggi incontro in tanti occhi la profondità di ciò che ho ascoltato e mi ritrovo ogni volta, è meraviglioso cogliere l’anima in ogni luogo
I colori forti e penetranti, la natura potente e vera, il riverbero del sole,
il cielo più vicino comanda il tempo, la natura decide la luce:
Il sole e le stelle palpabili…
i sorrisi della gente, la curiosità e l’ospitalità
sensazioni vive e pulsanti che s’imprimono nella mente.
“AFRICA…è imparare a perdere tempo scrutando una lucertola,
Imparare a disegnare i contorni di un baobab che si staglia sullo sfondo di un cielo basso e turchese,
Osservare al mattino il cammino e il raduno dei paguri a bassa marea,
E’ aspettare ore e ore con pazienza che un meccanico capisca il problema della vostra auto…o un medico il motivo del vostro mal di stomaco lancinante
E’ chiedersi cosa aspettano le persone sedute sul ciglio della strada
Mal d’Africa è perdersi in un tramonto, consapevoli che il giorno dopo ce ne sarà uno altrettanto meraviglioso, ma con sfumature inedite..
È non sapere mai che ore sono …”
Jung a Nairobi disse di sentirsi in un luogo conosciuto,
Aveva ragione:
L’Africa è la culla dell’umanità, una sensazione di “deja vù” che riporta alle nostre origini più remote.
E allora non è strano sentirsi a CASA in questi luoghi anche quando si è nati e cresciuti in paesi occidentali.
L’Africa è un emozione, un pensiero, un silenzio infinito, QUASI UNA PREGHIERA.