Affrontare il tema della disabilità significa esplorare un universo al centro del quale ci sono persone, famiglie e contesti di vita. La psicologia può essere uno degli strumenti principali per realizzare l’emancipazione delle persone con disabilità e per risolvere la sofferenza dei familiari.

Il ruolo dello psicologo
L’intervento di aiuto dello psicologo mette il focus sulla possibilità di crescere anche se gravi limitazioni dell’autonomia personale riducono le proprie possibilità; si passa dai vecchi modelli dell’assistenzialismo e della medicalizzazione ad un progetto di vita nel quale sia possibile sviluppare le risorse e le potenzialità indispensabili per mantenere il proprio stato di benessere.
Lo psicologo è colui che:
- movimenta le energie emotive e aiuta a ideare creativamente strategie per affrontare le difficoltà quotidiane legate alla disabilità;
- aiuta la persona con disabilità a non farsi condizionare da quello che le persone pensano sul suo conto e a mostrarsi nella sua autenticità, con i suoi pregi e i suoi difetti, le sue difficoltà e le sue risorse;
- incrementa il livello di assertività della persona con disabilità, facendo in modo che elabori la rabbia distruttiva e allo stesso tempo sia in grado di comunicare efficacemente i propri desideri e bisogni;
- agevola l’emergere della rabbia e del dolore causati dalla disabilità, per favorirne l’integrazione con i sentimenti d’amore verso il congiunto;
- aiuta la persona con disturbi cognitivi e dell’apprendimento ad elaborare strategie per compensare le difficoltà determinate dai limiti intellettivi e potenzia al massimo le risorse di autonomia per favorire l’integrazione sociale e il benessere.
Il ruolo della famiglia
E’ evidente l’importanza di un sostegno per la famiglia per riuscire ad affrontare serenamente le molte “sfide” e compiti a cui sono sottoposti i genitori (il momento della diagnosi, i primi anni di vita, la fanciullezza e l’adolescenza, l’età adulta, la vecchiaia). I genitori e i famigliari delle persone con disabilità sono i motori principali per creare un ambiente facilitante e piacevole.
Le difficoltà per gli operatori
Il contributo dello psicologo può riguardare anche gli operatori, prevenendo il rischio di burn-out [particolare tipo di stress lavorativo, N.d.R.]. La precarietà delle condizioni di lavoro nel sociale e le difficoltà insite nelle attività di supporto a persone con disabilità, soprattutto nei casi gravi, mettono infatti l’operatore a rischio di sviluppare sentimenti di impotenza e delusione.
Lo psicologo può aiutare a:
- stilare piani di trattamento e/o riabilitativi realistici;
- favorire l’elaborazione dei sentimenti di rabbia o di quelli più dolorosi;
- fornire contesti per rigenerarsi dallo stress;
- fornire strumenti e spazi di riflessione per aiutare gli operatori a superare i momenti di maggiore difficoltà e migliorare la qualità del loro lavoro.